martedì 1 settembre 2015

Cecilia va alla guerra
Autrice: Lia Levi
1° edizione: Marzo 2000
            
La storia è ambientata nella Prima guerra mondiale (1914-1918).
Cecilia Ferrari è una ragazzina che fa parte di una famiglia borghese di Verona, composta da lei, mamma, papà, il fratello maggiore Giancarlo, la piccola Emanuela e una governante di nome Antonietta. Ha anche un amico del cuore, Marco Zanin.
Cecilia ha un diario diviso in due parti (che inizia a maggio 1915 e termina nel novembre 1918) in cui racconta la sua vita in un paese in guerra, tra maestre interveniste, dottori pacifisti e le sue odiate ziette di Udine.
                                                  
                                       PRIMA PARTE
Qui Cecilia racconta com'è stato l’inizio della guerra e anche la sofferenza per la morte in guerra di persone care e per la partenza al fronte di suo papà.             Dice anche che sua mamma ha trovato un’amica di nome Olga Orlova che riesce a farle tornare il buonumore, ma questa donna ha un segreto…
                                               
                                       SECONDA PARTE
Dopo 3 anni, nel 1918, Cecilia ci racconta del 1917: in quell'anno non ha potuto scrivere sul diario perché anche lei ha fatto la guerra. 
Qui spiega di quando il diario di guerra di suo papà è scomparso, e lei e Marco si sono messi all'inseguimento della persona di cui sospettavano già da un po’: la Orlova. Infatti lei si rivelerà essere un’altra persona, e non la contessa russa che diceva di essere. Dopo vari giochi di squadra, Cecilia e Marco riusciranno a riprendersi il diario e a tornare a casa sani e salvi.

Cecilia riprende a raccontarci del presente, il 1918:
L’Italia ha vinto la guerra, riconquistandosi Trento e Trieste, e sia l’Austria che la Germania si sono arrese, dopo aver tentato di riattaccare l’Italia ed essere state di nuovo sconfitte. Questa avventura è stata un bel ricordo per Marco e Cecilia.

COMMENTO: 
Questo libro mi è piaciuto abbastanza perché, anche se l’inizio era un po’ noioso, poi ha cominciato ad incuriosirmi molto. Mi è piaciuto anche perché il linguaggio era semplicissimo da capire e perché mi sono un po’ immedesimata in Cecilia, visto che ha la nostra età.   

Federica

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