lunedì 31 agosto 2015

LE VALIGIE DI AUSCHWITZ



Scrittrice:Daniela Palumbo
Pubblicazione:Gennaio 2011(Battello a vapore)
Queste sono storie realmente accadute di alcuni bambini vissuti in un'Europa razzista,provarono sulla loro pelle l'orrore della deportazione.Nella stanza n*4 del blocco 5 c'è un vetro che separa la gente da centinaia di valigie ammassate l'una sull'altra,sopra tutte le valigie ci sono scritti un nome,un cognome è un indirizzo.Ci sono valigie grandi e piccole,di larghe e di strette,di pelle e di cartone;ma la dimensione non racconta la speranza che conteneva.
Carlo(Italia):Carlo era un bambino di 9 anni con una grande passione per i treni.Suo padre (che prima di essere licenziato perché ebreo) lavorava in stazione lo portava sempre con lui al lavoro,per il bambino era come una magia vedere arrivare un treno maestoso che fischiava e sbuffava,Carlo ritirava i biglietti usati e li conservava come tesori in un piccolo cassetto della scrivania.Ma le cose peggioravano e al bambino i suoi genitori sembravano sempre più strani così decise di usare i treni come nascondiglio,lì conobbe un ragazzo che,come lui,era scappato dalla famiglia.Una notte un vecchio amico di suo papà lo trovò e lo riportò a casa.I giorni passavano e i controlli delle SS erano sempre più frequenti fino a quando un soldato tedesco ordinó alla famiglia di preparare le valigie,Carlo corse a prendere una manciata di biglietti dal cassetto e li portò con se.Le SS chiusero la porta e ritirarono le chiavi sapendo che non sarebbero più servite.
Hannah&Jacob(Germania):Hannah era una bambina tedesca che aveva un fratellino più piccolo di nome Jacob,Jacob era un bambino "Speciale" che la società razzista non tollerava.Siccome Jacob era "Speciale" (così alla mamma piaceva chiamarlo) venne tolto dalla famiglia e venne portato in un clinica pediatrica,ogni giorno i genitori e Hannah andavano a chiedere notizie e a cercare di vederlo ma non li lasciavano entrare finché non comunicarono ai parenti che il piccolo Jacob era morto di polmonite.Da quel momento la ragazza non parlava più,non sorrideva,era annoiata perché non poteva andare più a scuola...solo alla sera contava le stelle,venti a venti,come faceva il fratello e segnava tutti i numeri su un quaderno.Una sera mite,dove le stelle si vedevano molto bene,mentre Hannah contava come ogni sera alla porta bussò qualcuno.Il padre della bambina andò da lei e le disse di preparare le valigia:sarebbero andati in un posto pieno di stelle,così mise il suo quaderno al sicuro tra gli oggetti e la famiglia si avviò fuori di casa.
Èmeline(Francia):Èmeline abitava a Parigi con i genitori,in un appartamento dalle persiane blu "come il mare" erano le uniche di colore diverso dalle altre,le persiane erano blu perché i genitori della bambina si erano innamorati così:davanti alle mani di vernice fresca blu di Pierre.Brigitte era un artista e il mare non mancava mai nei suoi quadri,ma raramente era azzurro,lo faceva di altri colori perché era una metafora,erano quadri con significati simbolici.Il bambino che abitava vicino ad Èmeline si chiamava Renè e aveva 2 anni in più di lei,dicevano che erano fidanzati e che un giorno si sarebbero sposati.Di solito Èmeline e Renè giocavano in cortile oppure Amandine li portava al parco,ma le cosa cambiarono in fretta quando al parco comparve un cartello che diceva "ai bambini ebrei è vietato entrare al parco";quando tornarono a casa Brigitte si arrabbiò tantissimo e portò Èmeline al parco ignorando il pericolo ma in quel momento arrivò Pierre che la fece calmare.Quella sera a casa la bimba si accorse di avere perso il suo portafortuna e quindi tornò al parco per cercarlo ma incontrò Jaques,un signore che viveva al parco.Stette con Jaques per molti giorni fino a quando l'amministratore del condominio Fabien prese Èmeline e insieme partirono per la Gran Bretagna per andare da sua nonna.Brigitte e Pierre erano al campo di Drancy quando ricevettero una lettera da Fabien che diceva:"tutto ciò che sembrava perduto è stato sistemato" i genitori capirono tutto e si rasserenarono.Il giorno dopo partirono per Auschwitz e quando gli dissero di scrivere il nome sulla valigia loro scrissero "ti vogliamo bene,Èmeline.Mamma e Papà"
Dawid(Polonia):Dawid stretto nel suo nascondiglio non emetteva nessun suono e impugnava saldamente il violino regalatogli dal padre.i tedeschi entrarono in casa sua,si sentirono degli spari e poi sentì urlare il suo nome,più e più volte ma non c'era più tempo per cercarlo e i nazisti andarono probabilmente in un altra casa a fare il loro lavoro.Dawid non si muoveva,poi si decise e salì al piano superiore...vide tutte la sua famiglia stesa in terra ma non riusciva a piangere.Poco dopo entrò un bambino,si chiamava Piotr e non appena vide i 3 cadaveri si mise a piangere ma prontamente Dawid saltò in piedi e gli tappò la bocca.Dovevano riuscire ad uscire dal ghetto.Passarono tra un corteo di musicisti e si confonderemo con loro poi presero un altra strada ed andarono dalla moglie di un amico del papà di Dawid,lei li sfamò e li vestì con cura.Andarono,successivamente,in un parco dove facevano esibizioni per guadagnarsi da vivere ma in una di queste esibizioni Piotr svenì e Tereza (la vecchia babysitter di Dawid) che era lì dietro li assistì prontamente.Tereza si prese cura di loro finché la vicina Zofia,che era sempre in casa della ragazza a spiare,scoprì che Dawid e Piotr erano ebrei.In meno che non si dica le SS erano a casa di Tereza.Dawid uscì di casa con Piotr e Tereza con il suo violino sulle spalle.
Questo libro mi è piaciuto molto perché sono storie di bambini che non hanno quasi mai perso la speranza è che hanno sempre difeso la religione.Secondo me la Shoah non doveva succedere e spero non succeda mai più perchè sono morte milioni di persone
Francesca






























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