lunedì 17 agosto 2015

IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE


Il bambino col pigiama a righe è ambientato nel 1940 ad “auscit”. È questo il nome che dà Bruno perchè non riesce a pronunciare il nome del posto in cui si sono trasferiti per il lavoro del padre. Bruno è un bambino di nove anni, molto vivace, curioso, allegro ma da quando si sono trasferiti ad Auschwitz non lo è più tanto, perchè ha dovuto lasciare tutti i suoi amici a Berlino nella vecchia casa. La casa ad Auschwitz  è completamente diversa dalla casa in cui Bruno abitava inizialmente: infatti questa è molto più piccola, e dalla sua finestra non vede più strade e bancarelle, ma soltanto una grande rete che contiene delle persone, che portano tutte lo stesso pigiama a righe e un berretto di tela in testa. Bruno adorava la casa di Berlino, perché era grande ed ogni giorno aveva sempre qualcosa di nuovo da esplorare, ma lì ad Auschwitz non c'era nulla da esplorare. La sua curiosità lo spinge a fare nuove esplorazioni fuori dalla casa. Si avvicinò alla rete e oltre trovò un nuovo amico: Shmuel, un bambino, molto diverso da lui perchè magro, pallido e triste, indossa sempre un pigiama a righe bianche e blu. Bruno pensa che la vita dall'altra parte della rete sia molto bella, perchè vedendo molte persone e bambini ci si possa divertire di più che stando tutto il tempo a casa con la famiglia e soprattutto con sua sorella maggiore Gretel, che per lui è "un caso a parte". Durante l’anno diventano grandi amici, perchè Bruno ogni giorno andava a trovarlo e si mettevano sempre nello stesso punto e alla stessa ora a parlare. Un giorno la madre si mise a parlare con il padre, che forse sarebbe stato meglio per lei Gretel e Bruno di ritornare a Berlino, perchè quel posto non era adatto ai bambini, quindi Bruno sorpreso dalla notizia decise di fare un'ultima esplorazione dall'altra parte della rete con Shmuel, ma c'era solo un problema: che se sarebbe andato dall'altra parte con quei vestiti l'avrebbero riconosciuto, infatti Shmuel riuscì a procurare in una vecchia baracca il pigiama e il berretto per Bruno. Lo indossò lasciando in un angolo i suoi vestiti, passò sotto la rete, non ritornò più a casa; non si seppe che fine abbia fatto.

Secondo me questo è stato un libro veramente bello perchè ha raccontato di quello che è successo nel 1940 visto con gli occhi di un bambino, non sarebbe dovuto succedere e non dovrebbe succedere un'altra volta, perchè questa è stata una botta violenta contro gli ebrei e non si dovrebbe essere razzisti,  siamo tutti uguali cambia solo il colore della pelle che può essere solo un pò più scura a seconda del luogo da cui si proviene; questa non è una giustificazione per ammazzare così tanta gente. Quello che è successo deve essere di insegnamento per tutti noi.

Noemi 






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